Fahrenheit 451

Fahrenheit 451 è un film del 1966 diretto da François Truffaut, tratto dall’omonimo romanzo fantascientifico-distopico di Ray Bradbury.

Per la prima volta Truffaut si cimenta col colore e con una produzione straniera che gli garantisce un budget elevato. Il risultato è un film destinato al mercato internazionale, distribuito dalla Universal, da cui traspare l’interesse del regista per il cinema di Alfred Hitchcock, sottolineato dalla presenza della musica di Bernard Herrmann.

Film predittivo, al pari di 1984, di fantapolitiche svolte della società futura, sottolinea lo strapotere mediatico assunto dal mezzo televisivo. In tutta la vicenda l’onnipresente schermo casalingo costringe la popolazione a una ebete sudditanza nei confronti del potere. I libri, sovversivi per definizione, a meno che non siano come da normativa, non stampati, costituiscono una possibile via di fuga verso nuovi orizzonti.

Girato dal 12 gennaio al 22 aprile 1966 nei Pinewood Studios e nei dintorni di Londra, fu proiettato in pubblico per la prima volta il 16 settembre 1966. Il film fu trasmesso per la prima volta dalla televisione italiana nel 1971.

Trama

Una pattuglia di pompieri dall’aspetto futuribile esce dalla caserma e si dirige verso un appartamento, dove l’uomo che vi abita riceve una telefonata che l’esorta a scappare; i pompieri entrano alla ricerca di libri e il primo che trovano è Don Chisciotte, nascosto in una lumiera, e durante la perquisizione trovano molti altri libri, anche all’interno di un finto televisore, e dopo averli accumulati in cortile li incendiano con un lanciafiamme.

Montag, uno dei pompieri della squadra, prima del rientro alla base, riceve la notizia che è prossimo a una promozione; egli è un tipo riservato e taciturno, e il capitano lo apprezza proprio per queste sue doti; rientrato a casa comunica la novità alla moglie ma lei è molto interessata ad uno spettacolo interattivo in televisione, nel quale gli spettatori possono recitare insieme ai protagonisti, e alle sue pillole.

I pompieri, infatti, hanno il compito di distruggere i libri, che sono stati proibiti e aboliti in quanto rendono la vita triste: la filosofia cambia come la moda delle gonne lunghe e corte, dando agli uomini il libero arbitrio o la vita predestinata; i romanzi invece fanno credere che le vite immaginarie dei protagonisti possano essere vissute anche dai lettori, causando frustrazione, e solo bruciandoli tutti gli uomini saranno veramente uguali e felici. I libri sono stati sostituiti dalla televisione, che fa sia da sostituto dei libri scolastici, sia da fonte di divertimento.

Una vicina di casa cerca di far conoscere a Montag il mondo della lettura, e gli chiede se ha mai letto qualcuno dei libri che ha bruciato. La curiosità lo spinge a provare, e il primo libro che questi legge è David Copperfield di Charles Dickens al quale seguiranno molti altri fino a prendere coscienza del buio in cui lui e tutti i componenti della società sono stati rinchiusi. Egli cercherà di combattere il sistema ma verrà tradito dalla moglie e obbligato a usare il lanciafiamme contro i propri libri ma, prima di farlo, indirizza il lanciafiamme verso il proprio letto e verso la tv, in segno di disprezzo per il tradimento perpetrato dalla moglie, e poi, incitato dal capitano, verso i libri (si notano Moby Dick e Franz Kafka).

Egli cerca di salvare un libro ma il capitano se ne accorge e gli punta la pistola contro ma Montag riesce a ucciderlo con il lanciafiamme; inizia così la sua fuga da ricercato e alla fine si unirà agli “uomini libro”, che cercano di preservare il contenuto dei libri imparandone a memoria il testo e in seguito bruciandoli per evitare che gli siano tolti.

Anton Diffring, oltre ad interpretare un pompiere, ha una particina anche come direttrice della scuola:

Commento

Grande esempio di cinema impegnato che dovrebbe far riflettere per il sempre attuale (ora come allora) pericolo derivato dalla distorsione delle notizie (spesso tramite mass-media pilotati, a capo dei quali, ovviamente, stanno le televisioni). Ispirato da un testo “orwelliano” scritto dal grande Ray Bradbury, focalizza l’attenzione (del regista e dello spettatore) sull’importanza della libertà di parola e sul significato profondo del termine “conoscenza”. L’ignoranza rende più poveri e più schiavi.

Era inevitabile che un grandissimo amante dei libri come Truffaut si confrontasse un giorno col bel romanzo di Bradbury in cui si ipotizza una società in cui i libri siano banditi. Truffaut si cimenta con la fantascienza e lo fa “a modo suo”. In un futuro dove il libero pensiero è abolito, i libri vengono messi all’indice. Colui che legge è sovversivo e per questo andrà punito. I pompieri hanno il compito di bruciare i libri: dalle manichette esce infatti un intenso e caldo fuoco purificatore. La resistenza si organizza come può e incomincia ad imparare i libri a memoria. il film è “freddo” e riesce a trasmettere in modo esemplare l’idea di un futuro in cui domina il nichilismo. Un’ottima trasposizione cinematografica che si mantiene fedele allo spirito dell’opera cartacea. Semplice, sobrio senza inutili concessioni fantascientifiche fini a se stesse, emoziona ed appassiona in modo intelligente. Splendido il finale. Colonna sonora di Hermann.

Curiosità

Il settimo episodio della quinta stagione di Agente speciale, Morto vivente, del 1967, contiene un’evidente citazione di Fahrenheit 451: la polizia della città sotterranea indossa divise ed elmetti simili a quelli dei pompieri del film di Truffaut, e viaggia su Jeep rosse, che ricordano anch’esse i mezzi di trasporto dei vigili del fuoco.

Il breve racconto dello scrittore Robert Sheckley The Mnemone (1971), narra di un’epoca dove i libri sono banditi e in un piccolo centro americano sopraggiunge un uomo la cui conoscenza mnemonica di numerosi testi permette di tramandarli oralmente a dei potenziali clienti.

Nel 2004 venne reso omaggio al film da Piero Pelù nel videoclip Dea musica.
Il film Equilibrium (2002) di Kurt Wimmer è chiaramente ispirato a Fahrenheit 451.
Nel 2010 i fratelli Hughes nel film Codice Genesi (The Book of Eli) con Denzel Washington riprendono il tema della pericolosità nella cultura in un futuro prossimo per il pianeta (in quel caso addirittura postatomico) e anche in quel film i libri vengono bruciati per impedire di essere tramanadati ed Eli, il protagonista del film (appunto Denzel Washington) alla fine detta a memoria la Bibbia alla stessa maniera di quanto avviene anche nel finale di Fahrenheit 451.

Lo stilista francese Christian Dior ha utilizzato il nome di “Fahrenheit” per la sua omonima serie di profumi, chiaro riferimento al Fahrenheit 451.

I titoli di testa sono sostituiti da annunci vocali femminili che ricordano quelli pubblicitari dell’epoca, con immagini fisse di antenne domestiche: ciò per uniformarsi al contesto del film, nel quale non esistono testi scritti (si veda per esempio il giornale a fumetti muti che Montag legge a letto) e in cui la televisione domina la società.

La monorotaia che si vede nel film era in un tratto sperimentale di un chilometro e mezzo locata in Francia dalla società francese SAFEGE nei pressi di Chateauneuf-sur-Loire.

Locations

Châteauneuf-sur-Loire, Loiret, France
(Monorail)

14 Linkway, Edgcumbe Park, Crowthorne, Berkshire, England, UK
(Montagu’s bungalow)

Loiret, France

Black Park, Iver Heath, Buckinghamshire, England, UK

Danebury Avenue, Roehampton, London, England, UK
(opening sequence, block of flats)

Fortismere Secondary School, Maidenhead, Berkshire, England, UK

London, England, UK

Maidenhead, Berkshire, England, UK

Pinewood Studios, Iver Heath, Buckinghamshire, England, UK
(studio)

Roehampton, London, England, UK

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Titolo originale Fahrenheit 451
Paese di produzione Gran Bretagna
Anno 1966
Durata 112 min
Genere fantascienza, drammatico
Regia François Truffaut
Soggetto Ray Bradbury (romanzo)
Sceneggiatura Jean Lous Richard, François Truffaut
Fotografia Nicolas Roeg
Montaggio Thom Noble
Effetti speciali Les Bowie, Charles Staffell
Musiche Bernard Herrmann
Scenografia Syd Cain, Tony Walton

Interpreti e personaggi

Oskar Werner: Guy Montag
Julie Christie: Linda / Clarisse
Cyril Cusack: Il Capitano
Anton Diffring: Fabian
Bee Duffel: la donna-libro
Jeremy Spenser: l’uomo con la mela
Anne Bell: Doris
Caroline Hunt: Helen
Gillian Lewis: annunciatrice TV
Anna Ralk: Jackie
Roma Milne: la vicina
Arthur Cox: primo annunciatore TV
Donald Pickering: secondo annunciatore TV
Michael Mindell: l’allievo Stoneman
Chris William: l’allievo Black
Mark Lester: primo bambino
Xevin Elder: secondo bambino
Joan Francis: la telefonista del bar
Tom Watson: il sergente istruttore
Alex Scott: Il giornale di Henri Brulard
Dennis Gilmore: Le cronache marziane
Fred Cox: Orgoglio
Frank Cox: Pregiudizio
Michael Balfour: Il Principe di Machiavelli
Judith Drinan: La Repubblica di Platone
Yvonne Blake: La questione ebraica
John Rae: La chiusa di Hermiston
Earl Younger: Nipote de La chiusa di Hermiston

Doppiatori italiani

Maria Pia Di Meo: Linda / Clarissa
Massimo Foschi: Fabian
Sergio Graziani: Guy Montag
Bruno Persa: Il Capitano
Renato Turi: uomo libro “Il giornale di Henry Brulard”
Flaminia Jandolo: Doris
Lydia Simoneschi: la donna-libro
Sandro Acerbo: Nipote de La chiusa di Hermiston
Gino Baghetti : Uomo libro la chiusa di Hermiston

 

FOTO E POSTERS